L’amore al tempo del virus.
In questi giorni di isolamento iniziano a risaltare dinamiche che prima operavano silenti, nascoste nelle mille cose quotidiane che bisognava fare.
L’essere umano vive in equilibrio tra sistemi diversi, ha bisogno di spazi diversi che vanno a nutrire bisogni e necessità complementari tra loro.
Se anche la famiglia resta un valore per gli italiani, l’organizzazione della famiglia anche solo negli ultimi 50 anni ha subito delle trasformazioni radicali che a mio avviso hanno fatto perdere delle funzioni in realtà essenziali.
Se il mondo del lavoro ha permesso fortunatamente che anche le donne ricoprano ruoli di rilievo o siano fuori casa tutto il giorno, la cura dei figli (sempre meno numericamente) è ora condivisa con nonni o babysitter, i ragazzi hanno tutti i pomeriggi occupati da attività sportive o ricreative e durante la settimana ci si vede forse tutti insieme a cena, mentre il fine settimana si possono fare cose piacevoli (anche stare in casa senza fare niente), uscire, viaggiare, attività culturali.
Al lavoro si intessono relazioni anche significative, durante la settimana si frequentano gli amici.
Le donne che non lavorano si organizzano la cura della casa e dei figli in autonomia.
Questa convivenza forzata sta facendo saltare gli equilibri già precari di tutto questo, non è come passare le settimane di vacanza insieme, in cui si va in giro e si fanno cose piacevoli.
Coppie che da anni convivono con fatica si trovano 24 ore su 24 a gestire spazi e rapporti, figli piccoli che hanno un’attenzione di 15 minuti sui giochi o non sono abituati a giocare da soli, adolescenti che prima chiudevano la porta della camera per isolarsi dal mondo e ora sono isolati con i genitori dietro la porta di casa. Le relazioni clandestine che permettevano anche un equilibrio familiare sono a rischio. E la convivenza con figli diventati ingestibili è niente a confronto di chi si trova un uomo violento in casa, famigliari anziani e malati da accudire, persone con disabilità importanti.
L’essere umano ha bisogno di spazi personali, spazi di coppia e famigliari, spazi sociali. Ora tutto è concentrato in pochi metri quadrati e le famiglie scoprono quanto hanno delegato all’esterno, quanto è importante l’aiuto di nonni, badanti, centri ricreativi, scuole, quanta poca attenzione hanno posto a volte alle relazioni.
Bisogna tenere duro pensando a quanto apprezzeremo dopo questo momento, bisogna considerare di farci sostenere, ora anche a distanza, se sentiamo di aver bisogno di aiuto.
Questo spazio che sembra vuoto in realtà è troppo pieno e bisogna imparare a fare ordine nelle priorità, scoprire modalità nuove di rapportarsi, scoprire risorse che non si sospettava di avere.
Gli adolescenti insegnano ai genitori ad usare nuovi canali di comunicazione, i genitori scoprono che oltre alla televisione ci sono tante cose da fare.
Questo tempo deve portarci a recuperare le cose importanti, a fare attenzione al nostro giardino interiore, a scoprire che si può stare bene anche con poco, a capire meglio di cosa e di chi abbiamo bisogno e di cosa e di chi non possiamo fare a meno.