Gaslighting : il “gioco” perverso degli inganni nella relazione affettiva.
La violenza all’interno delle relazioni può assumere molte forme diverse. Non ci sono solo i maltrattamenti fisici, più evidenti e riconoscibili. Esistono forme subdole di violenza psicologica che si annidano tra le mura domestiche, che possono scaturire da una relazione non sana.
Ma che cosa è il gaslighting?
E’ una forma di abuso psicologico basato sulla manipolazione mentale della vittima (di solito, ma non sempre il partner) che viene messo in atto per fare in modo che la vittima cominci a dubitare sempre di più di se stessa, dei propri giudizi, della propria percezione della realtà. Fino a pensare di stare impazzendo.
Da dove deriva il nome?
Il nome gaslighting deriva da un’opera teatrale del 1938 (“Gas Light ). Protagonista è una donna che viene indotta dal marito a dubitare delle proprie facoltà mentali. Il marito si finge preoccupato per la salute della donna, ma il suo vero scopo è portarla alla pazzia per liberarsi di lei ed ereditare i suoi averi. Quale tecnica usa il marito per far impazzire la moglie? Alza e abbassa le luci a gas di casa (gas light appunto) facendo finta di nulla. Questo porta la vittima a pensare di non potersi più fidare di se stessa, dei propri pensieri, né delle proprie percezioni.
Perché viene agito in una relazione?
Quali ragioni può avere oggi un partner che cerca di distruggere la personalità della propria compagna? (parlo al maschile perché la maggior parte dei gaslighter riguarda uomini, ma, potenzialmente, è un fenomeno che può verificarsi anche al femminile).
Solitamente il motivo è il desiderio di distruggere l’autostima dell’altro per controllarlo e renderlo dipendente sia fisicamente, sia psicologicamente da sé.
La vittima è del tutto inconsapevole di quello che sta vivendo. È anche per questo che risulta così difficile uscirne. Comincia a sentirsi sempre più fragile, dipendente e bisognosa di cure. Questo la porta a dipendere totalmente dal suo aguzzino che viene idealizzato come unica persona capace di starle vicino nonostante le sue debolezze.
La percezione di sé come persona debole, fragile e incapace porta la vittima ad allontanarsi sempre più da altre relazioni fino ad isolarsi quasi completamente. La coppia diventa l’unica relazione importante e questo, ovviamente, difficilmente la porterà a chiedere aiuto.
Come viene messo in atto il gaslighting?
Il processo di manipolazione si articola lungo 3 fasi principali:
- incredulità: la vittima è ancora sicura di sé e delle proprie capacità e contrasta il gaslighter. Pian piano però la comunicazione diventerà distorta: silenzi, messaggi contraddittori, battutine sottili, ma che tendono ad umiliare la vittima. La comunicazione serve per confonderla e iniziare a instillare il seme del dubbio. Ad esempio dire alla moglie che è stata lei a lasciare i fari dell’auto accesi (quando invece è stato lui); dire che certi vestiti non le stanno più bene come prima, oppure che dovrebbe fare più esercizio fisico perchè le farebbe bene sono tutte frasi che, prese singolarmente non significano molto, ma sommate tutte insieme, ogni giorno e per lungo tempo portano la vittima alla completa confusione.
- Difesa: la vittima cerca di convincere il suo partner che ciò che dice non è vero, facendo leva sulla realtà.
3.Depressione: tutti gli sforzi di cambiare la realtà sono inutili. La vittima comincia a perdere energia e a convincersi che ciò che dice il partner sia la verità. Arriva quindi ad arrendersi e, convinta della buona fede del suo persecutore, a dipendere sempre più da lui.
Chi è il gaslighter/manipolatore?
Ci sono diversi tipi di gaslighter tutti manipolatori, ma con diverse maschere.
Possono incantare la vittima con il loro fascino. Oppure presentarsi come il bravo ragazzo che fa tutto per il bene della sua compagna, attraverso un pericoloso “controllo premuroso” In altri casi invece il manipolatore è più autoritario e può arrivare ad aggredire verbalmente la vittima e a sgridarla per le sue mancanze.
Come fare a riconoscere se si è vittima di questa perversione?
Per riconoscere se sei vittima di questa situazione prova a pensare se:
- senti che tutto ciò che dici non è vero o viene usato contro di te;
- il partner nega ciò che fa e da sempre la colpa a te
- il partner mette in dubbio tutto di te, da ciò che dici a come ti senti; nega anche l’evidenza
- il partner cerca di fare tabula rasa attorno a te
- non accetta critiche né è disponibile al dialogo
- ti senti soffocare dentro alla relazione perché qualsiasi cosa fai non è mai giusta o viene travisata
Come faccio ad uscirne?
Come abbiamo visto non è facile uscire da queste situazioni perché la vittima non riesce più a riconoscere di avere dei pensieri autonomi. Ma quando il disagio diventa molto forte (e si può manifestare anche attraverso sintomi fisici) può essere utile mettere in atto una serie di strategie:
- ascoltare come ci sentiamo; una relazione sana deve farci stare bene!
- informarsi e conoscere meglio questo fenomeno
- acquisire una maggiore consapevolezza di ciò che accade nella relazione osservando come si comporta il partner
- vedere se cade in contraddizione rispetto a ciò che dice
- valorizzare le amicizie e i rapporti sani, le relazioni con persone che ci apprezzano. Queste ci permettono di riconoscere il meccanismo perverso e distorto in cui siamo caduti.
Il gaslighting è reato?
Non esiste una legislazione specifica e quindi il gaslighting non è configurabile come reato vero e proprio. Rientra però all’interno di quello che il nostro Codice Penale definisce maltrattamenti in famiglia e violazione degli obblighi familiari (art. 570 e 572 CP).