(Re.Te) Relazioni e Terapie per il mondo contemporaneo
TI RINGRAZIO PER AVERMI LASCIATA | Roberta Maggioli | Amori 4.0

TI RINGRAZIO PER AVERMI LASCIATA

Quando il partner ci lascia, proviamo un dolore intenso, difficile da metabolizzare. 

Sapere che l’uomo che amiamo e sul quale abbiamo investito sentimenti, tempo, aspettative, soldi, vuole cancellarci dalla sua vita, perché non andiamo più bene per lui, perché non abbiamo più il valore speciale di prima, ci crea una ferita emotiva molto profonda.

Il vissuto della fine dell’amore

All’inizio sperimentiamo confusione e smarrimento, non ci sembra possibile che l’altro ci stia abbandonando; poi sprofondiamo in un mix di emozioni negative, quali delusione, tristezza, vuoto, angoscia, ansia, rabbia, disperazione, che impiegano un po’ di tempo per riassorbirsi. 

Possiamo temere di non poter vivere senza di lui, di impazzire, perché lo ritroviamo costantemente nei nostri pensieri. Sentiamo una forte mancanza di tutto ciò che era solito donarci e che arricchiva le nostre giornate; veniamo private delle abitudini condivise, dei progetti fatti insieme. 

Possiamo provare rimorso o sensi di colpa per qualcosa che abbiamo detto o fatto, o non detto e non fatto: “Se solo avessi”, “E’ colpa mia”, “Perché non ho?”. 

Sentiamo diminuire la nostra autostima e crescere la nostra insicurezza: lasciandoci, egli ha messo in dubbio il nostro valore, forse non siamo sufficientemente amabili per nessuno, soprattutto se nel corso della nostra vita, abbiamo sperimentato altri abbandoni. Nella nostra mente, predominano pensieri negativi su noi stesse: “Non valgo niente…”, “Non sono abbastanza…”, “Non vado bene”, “Nessuno può amarmi così come sono”. Viviamo un intimo senso di fallimento e precarietà e sentiamo di non avere più controllo sulla nostra vita. Il futuro assume contorni incerti e nefasti, mentre il passato, diventa un rifugio scomodo e doloroso, perché i ricordi, fatti di parole e frammenti di vita vissuta, ci fanno sprofondare nella più cupa nostalgia.

Le nostre emozioni sono ancora più difficili da elaborare, quando scopriamo che l’ex ci ha mentito, ci ha tradito o ci ha mancato di rispetto, oppure quando ci ha lasciato tramite il ghosting, cioè è sparito improvvisamente senza fornirci alcuna spiegazione. Tipicamente, ricerchiamo il senso del suo abbandono e, non potendo trovare delle risposte perché è irrintracciabile, non riusciamo ad andare oltre la sua scomparsa per molto tempo.

Quando il partner ci abbandona, non ci sentiamo vulnerabili solo emotivamente ma lo diventiamo anche fisicamente. Lo stress psicologico che sperimentiamo può determinare un abbassamento delle nostre difese immunitarie. Tendiamo ad ammalarci più frequentemente, perdiamo l’appetito, il sonno, la salute, almeno per un po’. Il nostro corpo può accusare dolori fisici vari e tensione muscolare. Il nostro viso assume un’espressione triste e scoraggiata, che ben esprime la sofferenza interiore che proviamo.

L’elaborazione della perdita

Solitamente, la metabolizzazione di una perdita avviene in maniera fisiologica, attraverso il susseguirsi di fasi intense: passiamo dalla fase iniziale di shock e confusione, alla depressione, alla rinegoziazione e alla rabbia. Il processo è particolarmente doloroso e non lineare. E’ come intraprendere una strada tortuosa in salita: molte emozioni negative si ripresentano, si sovrappongono, fino al loro completo riassorbimento e al sopraggiungere dell’accettazione dell’accaduto. 

Superare un abbandono è una tra le reazioni più personali che esista, perché risente dell’influsso di fattori molteplici, quali le caratteristiche della relazione che abbiamo vissuto, non per ultima come è avvenuta la sua fine, e le nostre caratteristiche individuali, tra cui la nostra età, i nostri tratti di personalità, gli schemi interpersonali che abbiamo appreso fin dall’infanzia, se soffriamo o meno di un disturbo psicologico, se abbiamo vissuto in passato traumi che ci hanno segnato o altri addii.

Disgrazia o fortuna?

All’inizio questa esperienza può sembrarci una disgrazia, la cosa peggiore che possa capitarci. Al contrario, con il passare del tempo e se ben vissuta, può diventare un’occasione di profonda crescita personale e può insegnarci tanto sulle relazioni, sulla vita e soprattutto su noi stesse.

Nella solitudine del nostro dolore, siamo obbligate a guardarci dentro: a riconoscere i nostri errori ma anche a ritrovarci, a ristabilire una connessione con la nostra essenza più intima. 

Chi sono io ora che fino a un attimo fa mi specchiavo nello sguardo amorevole dell’altro?

Dobbiamo ridefinire la nostra identità, destabilizzata dalla decisione dell’ex. 

Dobbiamo prenderci cura di noi stesse, ricostruire le nostre giornate, sintonizzarci sui nostri bisogni, valorizzare le nostre capacita, riappropriarci dei nostri sogni, desideri ed ambizioni per ripartire verso nuove destinazioni. 

Solo accollandoci la responsabilità del nostro benessere, la nostra sofferenza non sarà sprecata.  

Continueremo a salire la strada intrapresa fino a raggiungere nuove altezze e nuove visioni, impensabili all’inizio di questo percorso.

In vetta, scopriremo di essere sopravvissute al dolore, di aver sviluppato le potenzialità che erano nascoste in noi, di aver consolidato una forza impensabile, oltre ad autonomia, indipendenza ed autenticità. 

Con il passare del tempo comprenderemo di non aver subito solo una perdita, ma di aver ottenuto dei rimborsi e in alcuni casi anche dei lauti guadagni. Per esempio, uno dei primi aspetti positivi successivi a una separazione è il poter fare tutte quelle cose che il partner detestava e che ci impediva di includere nella vita di coppia. Inoltre, la libertà che ci è stata donata può permetterci di realizzare quei progetti più personali che avevamo sacrificato per il bene comune.

L’ex è la persona che ha reso possibile il nostro risveglio interiore, che ha contribuito all’attivazione della versione migliore di noi stesse. Lo abbiamo perso, abbiamo sofferto, ma ci siamo ritrovate e dopo che ogni legame emotivo con lui sarà reciso, saremo in grado di riconoscere e apprezzare totalmente il nostro cambiamento.

Quando il dolore blocca il processo

Tuttavia, quando la sofferenza diventa insostenibile e compromette lo svolgimento delle attività quotidiane, perché le rimuginazioni generano emozioni negative troppo intense, insonnia o comportamenti disfunzionali (abuso di farmaci, alcol, cibo o sviluppo di dipendenze dal gioco, dal sesso, da internet, etc…), e’ necessario chiedere aiuto.

Uno psicologo può intervenire per impedire che avvenga la cronicizzazione di un vero e proprio disturbo mentale. Può aiutare ad individuare i tentativi di auto-sabotaggio, tra cui superare la paura/certezza di non poter trovare un nuovo amore o il timore di soffrire ancora. Inoltre, quando si prospetta una nuova relazione, egli può sostenere scelte affettive più in linea con i propri bisogni, per evitare di ricadere in quei rapporti che riproducano l’esperienza abbandonica già subita.

Un intervento professionale di sostegno psicologico può favorire l’elaborazione e il superamento della perdita in maniera costruttiva e il recupero di un equilibrio stabile, in minor tempo.

Se ritieni di non aver superato la fine di una storia e senti di aver bisogno di un supporto psicologico per andare oltre, contattami per una consulenza al 3355334721 (anche whatsapp) o scrivimi una mail maggioli.roberta72@gmail.com D.ssa Roberta Maggioli

Condividi la Re.Te 4.0 con Amore ❤