Scrivere di narcisismo mi imbarazza.
E non vorrei proprio farlo.
Perché di Narciso e di narcisismo
si è scritto e riscritto tutto lo scibile.
O forse no.
Sei narcisista!
È’ un grande Narciso.
E’ un vampiro, un manipolatore, un senza cuore, senza anima, senza…
Quanto è amato un narciso!
E quante vittime ai suoi piedi! Ma è proprio così? Chi è Narciso?
Narciso è colui che non è stato amato per sé, ma per quello che poteva rappresentare. Un’appendice grandiosa da mostrare al mondo, per essere ammirati di aver dato vita a tale progenie. O, al contrario, un ‘qualcosa ‘ (e non qualcuno), che è stato messo da parte perché impedimento di realizzazioni genitoriali, frutto di obblighi e di limiti sentiti, imposti e non scelti. NARCISO AMA COME È STATO AMATO…Mette in scena, semplicemente, quello che ha appreso, che ha vissuto, il mondo in cui è stato immerso. Relazioni dove il Principe veniva sollevato da ogni impegno, solamente ammirato. Ignorato e costretto a non ‘esistere’ con i propri bisogni per non dare fastidio e non essere di ulteriore peso.
Narciso ha bisogno di METTERE IN SCENA i suoi copioni, perché quelli ha sperimentato, e quelli gli forniscono la prevedibilità dell’esperienza, così da aver il controllo. NARCISO NON NUTRE INTERESSE PER L’ALTRO come persona. L’ALTRO gli interessa in quanto NUTRIMENTO, cioè opportunità PER RICEVERE: stima, attenzione, interesse. AFFETTI come vicinanza, calore, intimità
sono fuggiti e ignorati da Narciso, perché considerati PERICOLOSI. Sono sentimenti che prevedono
reciprocità, abbandono all’altro, esperienza di fiducia. NARCISO NON PUÒ FARNE ESPERIENZA:
implicherebbe l’affidarsi all’altro, contattare la propria vulnerabilità, difesa strenuamente da corazze. Contattare la vergogna, il sentimento di ‘essere poco’, nudo e senza difese. Un qualcuno che potrebbe SCOPRIRE LA SUA INDEGNITÀ (come lui sente di sé) che lo riporterebbe a ricontattare di nuovo antiche ferite di delusione, derisione e umiliazioni da parte di chi se ne prendeva cura. LA DINAMICA DI NARCISO sta nel proteggersi da un dolore antico, e nel cercare un RISARCIMENTO da esperienze abusanti, per cui mai più sarà messo in condizioni di essere trascurato, maltrattato, umiliato, ignorato o di RIATTUALIZZAZIONE, dell’incanto sperimentato di ammirazione e adorazione. Va da sé quindi che l’ALTRO NON ESISTE, l’Altro acquista solo funzione di risposta a bisogni.
E, drammaticamente, IL PARTNER SI PRESTA a questo gioco perverso delle parti, perché, A SUA VOLTA, HA SPERIMENTATO nella sua vita, LA STESSA DINAMICA.
Avvicendamenti differenti l’hanno
portato a piegarsi allo stato di vittima impotente e sacrificale, in attesa, in attesa di essere finalmente VISTA E AMATA. Perché il dramma, la COLLUSIONE è quella che io chiamo la DOMANDA IMPOSSIBILE: chiedere all’Altro QUEL RICONOSCIMENTO. Quell’essere visti che si chiedono vicendevolmente e che non potrà (mai?) esservi, perché entrambi ciechi dell’ALTRO.
Amalia Prunotto
Psicoterapeuta
Sessuologa
Formatrice
Parma, Padova, Rimini
3382795278